Fiat: Lancia Flavia solo cabrio in Europa

lanciaGruppo Fiat protagonista in questi primi giorni di ritorno dalle vacanze. Sono infatti numerose le questioni aperte, a cominciare dai piani europei relativi alla nuova Lancia Flavia, derivata della Chrysler 200. Lo scorso marzo, in occasione del Salone di Ginevra, erano state presentate due versioni, la berlina e la cabrio e il Gruppo aveva lasciato intendere che entrambe sarebbero state vendute nel Vecchio Continente. Sembra invece che soltanto la variante scoperta approderà in Europa in quanto Fiat avrebbe valutato eccessivi i costi per l’aggiunta di un motore a gasolio. La Flavia cabrio, dunque, avrà soltanto propulsori a benzina e debutterà nei primi mesi del 2012 con l’obiettivo di non far rimpiangere l’assenza del diesel.

Continuano nel frattempo le controversie legate al futuro del piano Fabbrica Italia. Dopo che nei giorni scorsi Marchionne aveva confermato al Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, l’avvio dei previsti investimenti nello stabilimento di Grugliasco (ex Bertone) per la produzione di vetture targate Maserati, lo stesso Amministratore Delegato ha garantito al Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, che il miliardo di Euro per la fabbrica di Mirafiori sarà effettivamente stanziato. Ma Fiat potrebbe cambiarne i progetti produttivi. L’iniziale obiettivo di assemblarvi sport utility Alfa Romeo e Chrysler destinati soprattutto al mercato nordamericano non sembra più una soluzione ottimale e Marchionne sta cercando alternative. Va ricordato che attualmente a Mirafiori si lavora pochi giorni al mese e soltanto sulle linee di MiTo e Musa. Inevitabili le proteste dei sindacati su questa incertezza produttiva per la quale Marchionne ha però assicurato una decisione in tempi rapidi. Infine, una questione aperta e in divenire rimane quella delle attività in India dove Fiat opera a Ranjangaon. In un colloquio con l’Ansa, l’A.D. della joint venture con Tata, Rajeev Kapoor, ha annunciato che Fiat India lancerà in autunno una nuova aggressiva campagna pubblicitaria e che in seguito costituirà una rete distributiva indipendente per ridare fiato a vendite nettamente inferiori alle aspettative. Vicina inoltre la firma con Suzuki per la fornitura di 100 mila motori l’anno destinati ad auto Maruti.

 

Normativa comunitaria per ridurre le emissioni di CO2

Rendiamo noto che sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. L 194 del 26 luglio scorso, è stato pubblicato il Regolamento di esecuzione (UE) n. 725/2011 del 25 luglio scorso, che stabilisce una procedura di approvazione e certificazione di tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture, ai sensi del Regolamento (CE) n. 443/2009.

Il Regolamento in questione intende stabilire le procedure per favorire una efficace e corretta, da un punto di vista ecologico, riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture e, in tal senso, prende solo in considerazione tecnologie che non siano già ampiamente disponibili sul mercato e che siano intrinsecamente funzionali alla mobilità del veicolo, contribuendo in maniera significativa all’ottimizzazione del suo consumo energetico complessivo.

Non sono considerate, pertanto, tecnologie innovative:

• i miglioramenti nell’efficienza dei sistemi di condizionamento;

• i sistemi di controllo della pressione dei pneumatici;

• la resistenza al rotolamento dei pneumatici;

• gli indicatori di cambio di marcia;

• l’uso di biocarburanti.

La richiesta può essere inoltrata sia dai Costruttori del veicolo che dai fornitori, corredata con la dimostrazione della conformità ai criteri di ammissibilità e con l’indicazione di un metodo per la misurazione del risparmio di CO2 conseguito grazie alla tecnologia innovativa.Tale risparmio deve essere quantificato e dimostrato di almeno 1 grammo di CO2 per chilometro.

 

Abrogazione del Sistri

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 188 del 13 agosto scorso è stato pubblicato il Decreto-Legge 13 agosto 2011, n. 138, concernente ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo (c.d. “manovra correttiva”), che tra le altre disposizioni ha anche previsto l’eliminazione del nuovo Sistema integrato per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti (Sistri). In particolare, l’art. 6, comma 2, del provvedimento in parola dispone l’abrogazione di tutte le norme di legge relative all’istituzione del Sistri, nonché delle disposizioni regolamentari che ne disciplinano il funzionamento. Conseguentemente, dalla data di entrata in vigore del suddetto Decreto-Legge n. 138/2011 (13 agosto 2011, giorno stesso della pubblicazione), gli adempimenti correlati al SISTRI, a partire dall’obbligo di operatività previsto dal 1° settembre 2011 per trasportatori, per gestori, per alcune fasce di produttori di rifiuti e per altri operatori, sono tutti decaduti. Resta, ovviamente, ferma l’applicabilità delle altre norme in materia di gestione dei rifiuti, con particolare riferimento agli obblighi relativi alla tenuta dei registri di carico e scarico, nonché al formulario di identificazione (art. 6, comma 3). Alla luce delle predette abrogazioni, pertanto, tutti i termini stabiliti dal Decreto ministeriale 26 maggio 2011, relativi all’entrata in vigore progressiva del Sistri, sono da intendersi, ad oggi, integralmente decaduti. La mancata applicazione del Sistri, inoltre, si ripercuote anche su particolari disposizioni ad esso correlate; p.es. è importante sottolineare come il Decreto-Legge in esame abbia prodotto un impatto diretto anche sul Decreto Legislativo 7 luglio 2011, n. 121, in tema di responsabilità delle imprese per reati ambientali, entrato in vigore il 16 agosto u.s. Gli articoli 3 e 4 di tale D.Lgs. n. 121/2011, infatti, sono interamente dedicati alla struttura del sistema sanzionatorio sul Sistri, alla quantificazione delle sanzioni e alla loro irrogazione. Tali disposizioni non avranno, quindi, più efficacia poiché, con l’avvenuta abrogazione del Sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti, è venuto anche meno l’oggetto al quale esse si riferivano. Segnaliamo, infine, che la prevista abrogazione dell’art. 188 del D.Lgs. n. 152/2006, Codice ambientale, ha comportato il ripristino della limitazione della responsabilità del produttore di rifiuto, che torna, quindi, a essere esclusa dal momento in cui i rifiuti sono presi in carico dal primo impianto autorizzato a recuperarli o smaltirli e il gestore sottoscriva la quarta copia del formulario. Cogliamo l’occasione per ribadire che il Decreto-Legge n. 138/2011, dovrà essere convertito in Legge entro il 12 ottobre p.v. e, nel frattempo, potrà essere oggetto di modifiche nel corso del suo iter parlamentare.

A questo riguardo, informiamo che la Commissione Ambiente del Senato ha già chiesto che sia ripristinato il sistema SISTRI, prevedendone, in via principale e nel rispetto del già stabilito scaglionamento per i produttori di rifiuti pericolosi con un numero di dipendenti fino a 10 unità, la piena operatività a far data dal 1° gennaio 2012. La citata Commissione, inoltre, non ha escluso la possibilità che, sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative delle categorie economiche, siano individuati specifici interventi correttivi, finalizzati a superare, in particolare, difficoltà tecniche e operative, prevedendo eventuali esenzioni ulteriori per tipologie di rifiuti che non presentino aspetti di particolare criticità ambientale.

 

Fiat: confermata la produzione Maserati a Grugliasco

Fiat ha confermato l’investimento da 550 milioni di Euro, destinato all’ex stabilimento Bertone di Grugliasco per la produzione dei futuri modelli Maserati a partire dalla fine del 2012. L’accordo è frutto del dialogo diretto tra Marchionne ed il ministro del Lavoro e Politiche Sociali Sacconi e permetterà di assemblare in Italia sia la nuova SUV Maserati, sia l’inedita baby Quattroporte realizzata su base Chrysler di segmento E. Sacconi ha infatti confermato le misure previste dal decreto legge varato nelle scorse settimane, con una estensione “erga omnes” degli accordi aziendali: in questo modo, una volta raggiunta la maggioranza delle firme sindacali, l’accordo può considerarsi valido, rassicurando così il gruppo Fiat sulla futura gestione delle fabbriche. Procede dunque spedito il progetto Fabbrica Italia, dopo l’accordo per Pomigliano, ma restano dubbi sul destino della produzione dei SUV Alfa Romeo e Jeep, a causa del cambio euro dollaro legata alla prevista esportazione della gran parte degli esemplari. Gli investimenti su Mirafiori, pari a circa 1 miliardo di Euro, non sarebbero comunque in dubbio, ma potrebbero riguardare strategie diverse rispetto a quelle inizialmente previste

Rc Auto: via libera all’azione legale del Codacons

La Corte di cassazione con la sentenza 17351 (www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com) ribalta il no della Corte d’Appello di Milano all’associazione dei consumatori, che chiedeva ai giudici di merito di fare una serie di valutazioni che spaziavano dall’accertamento della nullità delle clausole, al ricalcolo dei premi contestati. Secondo il collegio di secondo grado, il Codacons non era, infatti, legittimato a proporre ricorso trattandosi di contestazioni che non rivestono un carattere di interesse collettivo ma riguardano solo una indeterminata categoria di utenti o di consumatori e devono pertanto essere sollevate individualmente. L’interesse comune – Di parere diverso la terza sezione civile del Supremo collegio che – in linea con le indicazioni del diritto comunitario – apre all’associazione dei consumatori le porte del tribunale, affermando l’interesse comune a tutti gli assicurati, compresi i futuri, ad aver risposte sulla regolarità, anche rispetto al Trattato Cee, di un accordo tra compagnie assicuratrici già sanzionato dall’Autorità della concorrenza e del Mercato. Gli alterati rapporti di forza utenti-compagnie – L’accertamento dovrà riguardare in particolare – spiega il Collegio – l’esistenza dell’illecito, della responsabilità, del nesso causale fra illecito e danno e la relativa potenzialità, a prescindere dalle posizioni individuali. Il via libera al Codacons – ricorda ancora la Cassazione – risparmia ai singoli l’onere di affrontare un giudizio che si combatterebbe ad armi non pari. L’alterato rapporto di forza in favore delle compagnie assicurative potrebbe, infatti, indurre i consumatori a una resa “preventiva”, rinunciando alle garanzie della giurisdizione. Duello che invece il Codacons non potrà fare è inoltrare richieste di condanna della compagnia a pagare somme determinate a uno o all’altro degli assicurati, indicandoli concretamente. Per questo servirà una espressa domanda dell’interessato.