VW HA RIDOTTO PIÙ POSTI DI LAVORO DEL PREVISTO

volkswagenIl marchio principale del gruppo automobilistico con a capo VW taglia ulteriormente i posti di lavoro, in accordo con i piani del corrente progetto di austerità: fino a questo momento, erano stati eliminati più di 5600 posti di lavoro, così ha affermato la società martedì durante la propria presentazione in occasione di un incontro con gli investitori a Londra. Si tratta di circa 1200 posti in più di quanto il “Zukunftpakt” (“patto di prospettiva per il futuro”), così è stato battezzato il piano di austerità, aveva previsto per questa stessa data. La misura indica quanto, sul fatturato al lordo di interessi, tasse e oneri speciali, influiscano ancora in parte gli strascichi dello scandalo Diesel.

Il CEO di VW, Herbert Diess, aveva annunciato il programma di austerità già quando era responsabile del marchio, con l’intento di equilibrare i ridotti rendimenti dovuti alla scarsa produttività del mercato principale del gruppo. Alla fine di quest’anno, i risparmi sui costi annuali dovrebbero raggiungere € 2,2 miliardi, per poi diminuire nella sola Germania di altri 3 miliardi nel 2020.

Tra l’altro, nonostante i problemi riscontrati dal gruppo all’introduzione dei nuovi test sulle emissioni e sulle condizioni di guida reali in Europa (i WLTP), il gruppo di Wolfsburg non ha ancora rivisto le stime di un volume d’affari superiore di circa il 10% rispetto allo scorso anno, né le previsioni di raggiungere un profitto operativo, corretto per le componenti straordinarie, ad un livello più basso dell’auspicato rendimento del 4-5%, anche se il produttore sembra aver arrotondato per difetto le proprie aspettative: con una nota, il gruppo infatti ha annunciato che << A causa degli effetti negativi derivanti dalla riconversioni WLTP, le maggiori spese di vendita così come dei costi dei fattori produttivi per i nuovi prodotti – in particolare nel contesto dell’”offensiva” dell’elettrico – il livello operativo, probabilmente, scenderà al margine inferiore dell’intervallo indicato.>>

In effetti, nel terzo trimestre l’introduzione della procedura WLTP ha avuto sui guadagni un impatto indubbiamente significativo, di cui VW ha risentito anche finanziariamente: a conti fatti, dopo i primi nove mesi del 2018 si registrava un risultato operativo di 2,33 miliardi di euro, circa un +3,7%,  quando l’anno precedente, nello stesso periodo, il gruppo di Wolfsburg aveva guadagnato quasi il 7% in più circa, con una media del 4,3%. Il risultato operativo di VW Passenger Cars, per fare un esempio, è sceso tra luglio e settembre 2018 a circa 200 milioni di euro, quando nello stesso periodo, un anno fa, il marchio aveva guadagnato 728 milioni di euro. Il margine corrispondente è sceso pertanto dal 3,8 all’1%.

Ralf Brandstätter, COO di VW Passenger Cars, ha commentato su questo punto: <<Dobbiamo continuare a migliorare i nostri profitti operativi. Continuiamo a lavorare con grande disciplina per aumentare ulteriormente la competitività di Volkswagen .>>

Ultimo, ma non meno importante, è venuto a crearsi un ulteriore fattore di costo: secondo VW, il risultato ha anche sofferto delle “maggiori spese di vendita a causa del bonus ambientale”, poiché, come altri produttori, ha tentato di convincere i clienti a permutare il proprio attuale veicolo con uno nuovo applicando una serie di ragguardevoli sconti.

Tuttavia, un altro punto che la società ha tenuto a confermare sono gli obiettivi per il 2020 e il 2025. Entro il 2025, il produttore vuole ottenere un rendimento superiore al 6%, soprattutto nella produzione,  in cui il marchio vede molto spazio per migliorare basandosi su una nuova strategia di produzione, introdotta da Volkswagen a settembre 2018, con cui si il aspetta di aumentare la produttività dei propri stabilimenti in tutto il mondo del 30%.

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