Rc auto verso la riforma

Che le assicurazioni siano care in Italia lo sperimentano gli automobilisti al rinnovo del premio annuale. Difficile trovare un risparmio anche se si guida con prudenza e non si provocano incidenti. Insomma il meccanismo Bonus-Malus così come oggi è strutturato è ormai inceppato e danneggia i clienti. A metterlo nel mirino è l’Isvap, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private, nella relazione annuale del presidente Giancarlo Giannini, tenuta ieri a Roma.  (Fonte: Filippo Caleri – Il tempo). Giannini è partito dagli aumenti. Dopo il +4,5% del 2010, il valore della raccolta premi è salito del 6% nel primo trimestre. Secondo l’autorità le compagnie hanno «scaricato sui prezzi l’onere dei maggiori costi». Lo dimostrano i numerosi interventi del garante del mercato assicurativo. Sono state, infatti, avviate 14 istruttorie nei confronti di altrettante compagnie per sospetta elusione, attraverso l’applicazione di tariffe fino a 8.500 euro di premio annuo, dell’obbligo a contrarre previsto dalla legge a carico delle imprese. Aperte inoltre indagini sul fenomeno delle disdette massime dei contratti Rc auto attuate da alcune compagnie prevalentemente per alcune categorie di assicurati e per vaste zone del paese, specie al Sud. Il sistema «non riesce più a funzionare» e sconta «distorsioni a causa delle regole interne» di ciascuna compagnia con conseguenze negative per gli assicurati. Per questo è in arrivo una riforma sul «modello francese» con l’elaborazione «di una nuova scala di coefficienti di merito unica per tutto il mercato».

 

L’obiettivo è quello di consentire agli assicurati di conoscere in anticipo i risparmi di costo in caso di assenza incidenti, beneficiando concretamente del bonus o le penalizzazioni in caso di sinistri. Sotto la lente di Giannini anche le commissioni abnormi sulle polizze legate ai mutui. Già oggetto di un provvedimento poi cassato dal Tar, il fenomeno torna al centro dell’attenzione Isvap che sciorina una nuova indagine secondo cui c’è stata «solo una leggera flessione dell’aliquota media delle commissioni, dal 46 al 44% con punte fino al 79% in un mercato largamente dominato dalle banche (la quota di mercato è quasi dell’80%). L’Abi tende la mano e chiede di «trovare soluzioni concrete e vere» e per questo auspica di «essere invitati al tavolo di consultazione in tempi brevi» assieme all’Autorità e alle associazioni dei consumatori. Quanto al mercato, in Italia pesano alcune carenze del settore «come una persistente sottoassicurazione del sistema e un modesto grado di proiezione internazionale di gruppi e imprese italiane con la sola nota eccezione del primo gruppo assicurativo» leggasi Generali.

 

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